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French to Italian translations [PRO] Art/Literary - Poetry & Literature / Teatro
French term or phrase:Sédentaire
Cari tutti, In un lungo elogio dell'unicità di ogni individuo, un personaggio afferma: "Caïn, le sédentaire, n'aurait pas tué Abel s'il avait senti qu'ils étaient incomparables." Come rendereste la frase e in particolare l'aggettivo in oggetto? Sedentario non mi convince del tutto, stanziale è decisamente troppo tecnico... Magari una perifrasi? Grazie fin d'ora, a presto
naturalmente adesso tocca a te decidere, io posso solo dirti quello che farei io. Io credo che metterei semplicemente "Caino, lo stanziale", che non mi sembra un termine particolarmente tecnico. Perché "sedentario" da solo può essere frainteso come un attributo caratteriale e "agricoltore sedentario" altera il ritmo del testo originale che usa un termine secco. E trattandosi di una traduzione letteraria, penso che sia meglio cercare di riprodurre, per quanto è possibile, il ritmo delle frasi originali. Una perifrasi crea lo stesso problema e non mi pare necessaria. Ma questa è solo la mia opinione, e in fondo il bello (e il problema) delle traduzioni è che si possono fare in cento modi diversi. Buon lavoro!
Ma certo, il tuo discorso sul doppio significato non fa una piega, è più che convincente. L'unico mio dubbio rimane sul fatto che effettivamente non si possa usare il termine sedentario anzichè stanziale, che continua a sembrarmi troppo troppo tecnico... è vero che sedentario in italiano ha quell'ambiguità di cui abbiamo parlato lungamente ed è vero che come antonimo di nomade i dizionari lo usano quasi sempre in unione con nomi collettivi (popolazioni, tribù ecc...), ma allora se così fosse non sarebbe corretto per esempio dire "agricoltore sedentario"... invece se si fa una ricerca di tale espressione su googlebooks si trovano un sacco di occorrenze in opere di autori italiani piuttosto celebri... insomma, un bel dilemma...
Scusate se torno sull'argomento, ma continuo a pensarci e proprio non vedo un doppio significato del termine. Considerando l'aspetto psicologico del personaggio quello che sappiamo di Caino è che era geloso ed evidentemente che era violento, almeno quanto basta per non riuscire a controllare la sua gelosia, e l'autore ci dice che il motivo era la sua incapacità di comprendere e accettare il diverso. Ma una diversità che porti fino all'omicidio deve essere una diversità radicale, inconciliabile, la diversità fra due modi di vivere antitetici (e qui rientra il discorso antropologico: l'affermarsi di un nuovo modello socioeconomico che ha rappresentato una svolta epocale per l'umanità). Riducendo tutto ciò al fatto che l'uno fosse sedentario e l'altro più dinamico mi pare si rischi di tramutare la tragedia in farsa. Inoltre, come ha osservato Zerlina, descrivere un contadino come sedentario suona un po' strano. Semmai sarebbe il contrario. Di solito era il contadino a venire immaginato e rappresentato intento a dissodare la terra "con gran sudore", mentre il pastore poteva trascorrere buona parte del giorno seduto all'ombra di un albero mentre il gregge pascolava.
ma questo significa che si rimprovera a Caino di non aver compreso, non di essere pigro. Si ritorna sempre alla diversità, alla contrapposizione che ha impedito la comprensione. E, per quanto l'autore sia cattolico, non penso che chiunque rifletta sulle storie bibliche, voglia tralasciare l'aspetto antropologico.
La frase dice che Caino non ha saputo vedere che lui e il fratello erano diversi, incomparabili, due persone distinte, individuali e in quanto tali uniche... se ci fosse riuscito non lo avrebbe ucciso per gelosia come ha fatto. Sinceramente neppure io a una prima lettura avevo colto la doppia interpretazione nell'aggettivo "sédentaire", e la presenza dell'articolo che ha fatto insospettire Carole mi sembrava solo un volerlo distinguere da Abele, "le nomade" per antonomasia. Insomma, vedevo chiaramente la parte antropologica, meno quella psicologica. Detto questo però è una lettura plausibilissima, tantopiù che l'autore si dichiara cattolico e amante della teologia...
ma chi ha mai detto che il povero Caino fosse pigro, o di spirito limitato? Ha già una brutta fama, non mi pare il caso di inventarsi altri difetti da attribuirgli. Caino e Abele sono semplicemente diversi: due mondi a confronto.
Non caricherei la traduzione di troppe implicazioni 'bibliche', per me una (non l'unica) brutta storia con il fratello grande bugiardo che si traveste per rubare la benedizione da primogenito ecc. Chiamare un agricoltore 'sedentario' mi sembra per lo meno curioso.
forse a questo punto si potrebbe pensare di recuperare il sedentario dell'inizio, che mi pare l'unico aggettivo che ha in sè questa ambivalenza, ossia che si riferisce tanto al mestiere di agricoltore di Caino, quanto anche a una caratteristica del suo carattere... bref, se ho capito bene Carole, ci dice che Caino è stato troppo sedentario, troppo pigro per vedere l'unicità in se stesso e nel fratello, quell'unicità che li caratterizzava come persone indipendenti e diverse...
..sono quindi d'accordo con voi, bisogna trovare, senza sprecare troppe parole qualcosa che renda anche quest'idea: Caino era stanziale, e va bene, perché era un agricoltore, ma era anche troppo "OTTUSO, POSAPIANO" come dice Beppe per vedere forse al di là del proprio naso e del proprio campicello
oui, c'est un peu comme si Caino avait l'esprit étriqué, limité par le fait qu'il est sédentaire et que son horizon est fermé. Etre sédentaire c'est avant tout un état d'esprit..........
E' un po' troppo lunga ma è l'idea più intelligente: le sédentaire, indica, almeno completato dal resto della frase, che Caino era troppo "statico", immobile e immobilista anche per commettere il fratricidio. L'ha fatto solo per una necessità che aveva assunto il carattere dell'URGENZA, dell'inevitabile. Come nel lavoro dei campi, come per le attività di chi inesorabilmente segue solo i ritmi e i dettami della terra e dei suoi frutti e dei cicli delle stagioni. Limitarci al binomio : Caino, (l')agricoltore stanziale, mi sembra renda il testo troppo semplicistico, quasi un raccontino per bambini: Caino, l'agricoltore stanziale e Abele, il pastore nomade..
io penso che se non si vuole usare il termine stanziale occorra assolutamente parlare di agricoltura , di campi o comunque di qualcosa che la evochi inequivocabilmente, perché il punto è tutto lì: due fasi della storia umana a confronto.
però secondo me legato alla sua terra è bello ma un po' troppo generico. Non suggerisce l'idea del''agricoltura: anche un pastore può essere legato alla sua terra, nel senso del suo paese, della zona entro cui si sposta abitualmente
Opps, abbiamo scritto in contemporanea! Grazie per l'intervento... è quello che avevo in mente, ma mi sembra un po' troppo tecnico per un testo così poetico...
Piccola aggiunta, probabilmente ovvia e banale: si riferisce a Caino come sedentario in quanto agricoltore, in opposizione ad Abele che, essendo pastore, era invece il nomade per antonomasia...
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stanziale
Explanation: caino era dedito all'agricoltura, rappresenta le prime società stanziali in contrasto con il pastore Abele, il nomade
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scusa nella fretta non ho fatto caso che avevi scartato anche stanziale (che però secondo me è quello che ci vorrebbe).
potresti dire il contadino l'agricoltore
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radicato nel suo campo / nei suoi campi
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sì, penso che andrebbe benissimo
rigrioli Italy Local time: 18:31 Specializes in field Native speaker of: Italian PRO pts in category: 28
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Asker: Grazie... e se usassi una perifrasi un po' più lunga ma più chiara che comprende le due cose, come per esempio "Caino, l'agricoltore stanziale, non avrebbe ucciso Abele se avesse sentito che erano due esseri..."?