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Il sacro fuoco dell'arte di tradurre
Thread poster: Letizia Ridolfi
Letizia Ridolfi
Letizia Ridolfi
Italy
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Jan 5, 2011

Ok, mi arrendo. Basta, getto la spugna.
È possibile che ogni volta che faccio una prova di traduzione riceva sempre questa risposta: "Pur apprezzando il Suo interesse nei nostri confronti, siamo spiacenti di comunicarLe che la Sua traduzione non è stata ritenuta in linea con i nostri standard qualitativi".
All'inizio me la prendevo, confesso anche a livello personale; poi ho pensato che fosse meglio imparare dai propri errori (scoperta dell'acqua calda, lo so), quindi ho preso nota
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Ok, mi arrendo. Basta, getto la spugna.
È possibile che ogni volta che faccio una prova di traduzione riceva sempre questa risposta: "Pur apprezzando il Suo interesse nei nostri confronti, siamo spiacenti di comunicarLe che la Sua traduzione non è stata ritenuta in linea con i nostri standard qualitativi".
All'inizio me la prendevo, confesso anche a livello personale; poi ho pensato che fosse meglio imparare dai propri errori (scoperta dell'acqua calda, lo so), quindi ho preso nota delle correzioni che mi venivano fatte e fatto tesoro di consigli che venivano da colleghi più esperti.
Tutto a posto? Macchè!
Le mie traduzioni sono diventate formalmente più corrette ma, come si dice al mio paese (provincia di PG ndr): me manca sempre un soldo per fa' na lira! Insomma, non piacciono, soprattutto se c'è da mettere di mezzo un po' di creatività.
E non posso prendermela con le agenzie: mi è capitato di leggere le traduzioni o le prove di traduzione di altri colleghi e di trovarle di gran lunga superiori alla mia.... che depressione ragazzi!!!
Scusate lo sfogo, so che nessuno di voi ha la bacchetta magica, ma da quasi quattro anni lavoro come traduttrice part-time e mi piacerebbe che questo invece fosse un lavoro a tempo pieno, ma mi sembra di non fare mai progressi, mai passi avanti nella qualità del mio servizio. A volte ho la tentazione di tornare a fare altro, che pure non mi dava soddisfazione, ma almeno quando cadi dal basso livello di aspettative minime, la botta fa meno male, no?
Ecco, ora non vi tedio più a lungo: vado ad affogare il dispiacere in una fetta di pandoro (avanzato, sigh!) e nutella, tiè.
Le
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texjax DDS PhD
texjax DDS PhD  Identity Verified
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Errare è umano... Jan 5, 2011

Te lo dico subito: mi sei simpatica!!! I motivi sono essenzialmente due:

1) È la prima volta che su queste pagine mi capita di leggere di qualcuno che ammette di aver letto traduzioni migliori, che si rende conto di dover migliorare e che lo fa con la tua schiettezza e anche tenerezza (lo dico molto bonariamente!).

Altri al tuo posto avrebbero aperto un thread per lamentarsi dell'agenzia brutta e cattiva e del revisore disonesto che pur di giustificare il suo onorario
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Te lo dico subito: mi sei simpatica!!! I motivi sono essenzialmente due:

1) È la prima volta che su queste pagine mi capita di leggere di qualcuno che ammette di aver letto traduzioni migliori, che si rende conto di dover migliorare e che lo fa con la tua schiettezza e anche tenerezza (lo dico molto bonariamente!).

Altri al tuo posto avrebbero aperto un thread per lamentarsi dell'agenzia brutta e cattiva e del revisore disonesto che pur di giustificare il suo onorario ha osato esprimere un giudizio negativo su una traduzione ovviamente perfetta...

2) Affogare i dispiaceri con una fetta di pandoro e Nutella? Se avessimo la stessa età penserei che ci hanno separate alla nascita...

Detto questo, sono certa che di progressi ne hai fatti nei precedenti 4 anni di pratica.
Hai una laurea in lingue, non sei una che si è svegliata una mattina di sole e ha deciso di improvvisarsi traduttrice. Non buttarti troppo giù!

Ho letto i tuoi esempi di traduzione al tuo profilo.
Il primo non è male mentre il secondo, quello tecnico, ha degli errori stilistici e non che potevano essere facilmente evitati. Qualche esempio: l'uso della forma personale e impersonale nello stesso testo stride, quale togliete il coperchio seguito da riposizionare il coperchio, connessine anziché connessione (ahi ahi ahi! Lì sarebbe bastato il correttore ortografico, questo sconosciuto!), far si che anziché far sì che e così via...un altro esempio di accento improprio è il macchè che scrivi nel tuo post).

Se il fuoco sacro non si è ancora spento e non ti sei ancora ustionata (scherzo ovviamente!!) l'unico consiglio spassionato che mi sento di darti è di farti rivedere sempre le traduzioni da un collega più esperto prima di inviarle e fallo finché sarà necessario. Il discorso è che devi necessariamente cambiare qualcosa nel tuo approccio, altrimenti continuerai ad ottenere gli stessi risultati e in tal caso perseverare sarebbe...beh...diabolico.

Se sei fortemente motivata investi quindi parte dei tuoi introiti in un revisore che ti corregga e ti spieghi, se è il caso, dove e cosa sbagli. Saranno certamente soldi spesi bene e non ho dubbi che le cose inizieranno ad andare meglio. Facci sapere.

In bocca al lupo e Buon Anno!

Ciao


[Edited at 2011-01-05 17:54 GMT]
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dott.ssa Daniela Gigante
dott.ssa Daniela Gigante  Identity Verified
Italy
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Tradurre senza falsi miti Jan 5, 2011

In effetti i traduttori (come anche gli scrittori) di vero talento, quelli che scrivono in modo superlativo e impeccabile già nelle prime prove, sono pochi (e anche quelli richiedono spesso una revisione). Nel mondo però non servono solo i "geni". Anzi diciamo che il grosso del lavoro lo fanno le persone normali e di buona volontà. E soprattutto nel settore della traduzione si migliora molto con l'esercizio e l'applicazione, l'autocorrezione, l'esperienza, l'aggiornamento ecc. ecc. Insomma no... See more
In effetti i traduttori (come anche gli scrittori) di vero talento, quelli che scrivono in modo superlativo e impeccabile già nelle prime prove, sono pochi (e anche quelli richiedono spesso una revisione). Nel mondo però non servono solo i "geni". Anzi diciamo che il grosso del lavoro lo fanno le persone normali e di buona volontà. E soprattutto nel settore della traduzione si migliora molto con l'esercizio e l'applicazione, l'autocorrezione, l'esperienza, l'aggiornamento ecc. ecc. Insomma non si finisce mai.
Due osservazioni:
1. nessun traduttore riesce bene comunque in qualsiasi campo, per questo esistono i settori di specializzazione. Ad es., si può essere perfetti nel tradurre letteratura ma essere negati nel tecnico o nel legale e viceversa e così via. Importante è scoprire i "propri settori".
2. perseverare e con l'impegno i risultati arrivano, arrendersi MAI! Se ci si arrende è perché non si è proprio tagliati per fare il traduttore
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Claudia Catena
Claudia Catena
Italy
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Nessuno è nato imparato Jan 5, 2011

Ciao Letizia,

non ti scoraggiare, perché più o meno tutti siamo passati per la stessa esperienza. Se posso permettermi, prova a speciallizzarti, per cominciare, in un campo in cui è richiesta poca "creatività", come dici tu. Nel settore tecnico, manualistico, contrattualistico, ecc., esistono varie guide di stile che ti possono essere di aiuto.

Un altro consiglio, leggi molto, dai romanzi ai quotidiani, più leggi, meglio è. Quello ti aiuterà ad accrescere il tuo
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Ciao Letizia,

non ti scoraggiare, perché più o meno tutti siamo passati per la stessa esperienza. Se posso permettermi, prova a speciallizzarti, per cominciare, in un campo in cui è richiesta poca "creatività", come dici tu. Nel settore tecnico, manualistico, contrattualistico, ecc., esistono varie guide di stile che ti possono essere di aiuto.

Un altro consiglio, leggi molto, dai romanzi ai quotidiani, più leggi, meglio è. Quello ti aiuterà ad accrescere il tuo vocabolario e prendere spunto dalla creatività altrui.

Nessuno è nato imparato. L'importante è voler prendere in mano le redini!

In bocca al lupo,

Claudia
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Pierluigi Bernardini
Pierluigi Bernardini  Identity Verified
Italy
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arrendersi mai Jan 5, 2011

Ciao Letizia,

complimenti per le "botte di vita" che ti concedi!

hai aperto una discussioncina da niente!

Dunque, che dirti,
lasciando da parte i requisiti del buon traduttore classici basati sulla conoscenza di lingua madre argomento e lingua di partenza, secondo me per fare bene questo mestiere ci vogliono almeno tre cose:

- degli studi ad hoc
- un talento/predis
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Ciao Letizia,

complimenti per le "botte di vita" che ti concedi!

hai aperto una discussioncina da niente!

Dunque, che dirti,
lasciando da parte i requisiti del buon traduttore classici basati sulla conoscenza di lingua madre argomento e lingua di partenza, secondo me per fare bene questo mestiere ci vogliono almeno tre cose:

- degli studi ad hoc
- un talento/predisposizione e una grande passione!
- la voglia di migliorarsi sempre e continuare a imparare (la disponibilità a una formazione continua perché mai ci si debba sentire "arrivati"

Te hai una laurea in lingue che come sappiamo fornisce delle conoscenze più di lingua e letteratura che di traduzione, perlomeno fino a qualche anno fa era così.

Però leggo che hai fatto anche un corso di traduzione letteraria, quindi sprovveduta non sei e delle basi non ti mancano, e per di più lavori già da alcuni anni come traduttrice. Quindi questo mondo, almeno in parte, l'hai imparato a conoscere.

Io penso innanzitutto, citando Daniela, che chi vuole fare veramente questo mestiere difficilmente si arrende e chi è bravo, prima o poi emerge.

Poi, i motivi per cui le agenzie sono ostili in questo senso possono essere molteplici, puà darsi pure che chi le corregge talvolta sia davvero in malafede, non lo sappiamo.

In ogni caso, pragmaticamente parlando, e come ti è stato già detto, la prima cosa da fare è farti revisionare i tuoi testi da qualcuno più esperto facendoti spiegare eventuali errori. Solo così eviterai di portarti dietro delle lacune che difficilmente potrai colmaere da sola, proprio perché non le percepisci come tali.

Altro consiglio: frequenta molto la sezione kudoz (ma anche altri forum sulla traduzione), anche solo guardando come rispondono gli altri, si può imparare molto. Prendi e ti annoti originale e risposte, perché no. E ci rifletti.

Poi in base alla mia esperienza secondo me possono servirti molto anche delle letture specifiche di testi sulla traduzione, che ti aiuteranno ad avere un approccio più corretto davanti a un testo.
Magari l'hai già fatto, o magari no, per cui io intanto ti consiglierei la lettura di quelle che ritengo fondamentali per il mestiere: (non so se sto violando le regole del sito citando titoli di libri, chiedo venia in tal caso)

"La traduzione: problemi e metodi" (trad. di Approaches to translation) di P. Newmark

"La traduzione specializzata" di F. Scarpa per l'inglese tecnico-scientifico.

e anche "Manuale del traduttore" di B. Osimo più orientato verso i testi creativi.

Se poi pensi che ti serva un vero e proprio corso di traduzione per migliorare le tue competenze puoi valutare la possibilità di un altro percorso universitario in materia.

In bocca al lupo e, da corregionale, se vuoi aggiungiamo un bel pan pepato alla tua già vincente calorica accoppiata!

Pierluigi



[Edited at 2011-01-05 17:08 GMT]
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Letizia Ridolfi
Letizia Ridolfi
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Battaglione Umbro!!!! Jan 7, 2011

Pierluigi Bernardini wrote:

In bocca al lupo e, da corregionale, se vuoi aggiungiamo un bel pan pepato alla tua già vincente calorica accoppiata!

Pierluigi



[Edited at 2011-01-05 17:08 GMT]


Crepi il lupo Pierluigi, e perché no, mettiamoci un bel pan pepato di mezzo (ne ho appena ricevuto uno fatto in casa, gradisci??).

Grazie a te per le letture consigliate e a tutti voi, che avete speso qualche minuto del vostro tempo per rispondermi. devo dire che è stato molto più consolatorio del pandoro e nutella, che pure ha il suo perché... vero texjax?? Grazie mille anche a te per le tue osservazioni. Provvederò alla correzione delle imprecisioni. E le traduzioni di altri colleghi che mi è capitato di vedere, davvero erano migliori. Non tanto nell'aspetto formale, nel senso che non avevo sbagliato il senso della frase o cose del genere, ma le scelte fatte da altri erano stilisticamente superiori. Punto. Cose banali, una volta che le hai lette, ma alle quali non avrei pensato nemmeno revisionando il mio testo 20 volte...
E, Pierluigi, sto provvedendo anche all'iscrizione ad un corso più tecnico, proprio all'università di PG. Ho un appuntamento per giovedì prossimo con il direttore di questo nuovo corso di studi, attivato due anni fa, sulla traduzione. Chi ha tempo, non aspetti tempo. E di tempo, dato ormai il sesto mese di gravidanza, ne avrò per un po', quindi... sotto con la formazione.
Grazie a tutti davvero.
Le


 
texjax DDS PhD
texjax DDS PhD  Identity Verified
Local time: 13:05
Member (2006)
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Ha un suo perché... Jan 7, 2011

Letizia Ridolfi wrote:

pandoro e nutella, che pure ha il suo perché... vero texjax??


Sottoscrivo in pieno!

Tantissimi auguri per la tua gravidanza, che è la cosa più importante.

Facci sapere quando nasce il pargolo, che gli diamo la membership onoraria a Proz!

In bocca al lupo per tutto



[Edited at 2011-01-07 15:24 GMT]


 
Riccardo Schiaffino
Riccardo Schiaffino  Identity Verified
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Un consiglio Jan 7, 2011

Letizia Ridolfi wrote:

Le traduzioni di altri colleghi che mi è capitato di vedere, davvero erano migliori. Non tanto nell'aspetto formale, nel senso che non avevo sbagliato il senso della frase o cose del genere, ma le scelte fatte da altri erano stilisticamente superiori. Punto. Cose banali, una volta che le hai lette, ma alle quali non avrei pensato nemmeno revisionando il mio testo 20 volte


Ciao Letizia, un consiglio metodologico. Se il problema, come dici, non sono errori di traduzione veri e propri, ma semmai scelte di stile, una cosa che ti può aiutare è procedere come segue:


  1. Tradurre il testo normalmente, prestando maggiore attenzione alla traduzione corretta dei significati e non curando troppo, in questa fase, lo stile.
  2. Una volta completata la bozza di traduzione, chiudere il testo sorgente, e concentrarsi solo sul testo di destinazione: a questo punto guarda la tua traduzione esclusivamente come testo italiano, cambiandolo dove necessario per renderlo più agile, scorrevole e leggibile, e, soprattutto, facendo in modo che non "sappia di tradotto".
  3. Completata la revisione dell'italiano, un'ultima revisione della traduzione, questa volta di nuovo con il testo sorgente visibile, per assicurarti di non aver cambiato il significato del testo nel corso della prima fase di revisione.


 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
Local time: 19:05
Member (2003)
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Ah sono contenta che tu dica questo Jan 7, 2011

Riccardo Schiaffino wrote:
  • Una volta completata la bozza di traduzione, chiudere il testo sorgente, e concentrarsi solo sul testo di destinazione: a questo punto guarda la tua traduzione esclusivamente come testo italiano, cambiandolo dove necessario per renderlo più agile, scorrevole e leggibile, e, soprattutto, facendo in modo che non "sappia di tradotto"


  • L'ultima volta che l'ho detto io, (non ricordo a chi) mi hanno risposto "no, no si rischia di inventare in questo modo".

    Invece no, funziona (con il passaggio 3, certo).

    Poi volevo aggiungere che io credo (in linea di massima ovviamente, nessuno la prenda sul personale) che chi ha la laurea in traduzione ha uno stile migliore di chi ha la laurea in lingue, non sarà un dogma, ma collaborando spesso con una cara amica anche lei membro qui, (e lei lo sa) devo ammettere che le sue traduzioni sono migliori delle mie, proprio nello stile.

    Quindi fai bene Letizia a seguire i corsi che segui, se avessi 20 anni di meno lo farei anche io.

    Behvabbé, quel che è stato è stato.








    [Edited at 2011-01-07 18:43 GMT]


     
    Riccardo Schiaffino
    Riccardo Schiaffino  Identity Verified
    United States
    Local time: 11:05
    Member (2003)
    English to Italian
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    Invenzione e traduzione Jan 7, 2011

    Prof. Angie G. wrote:

    L'ultima volta che l'ho detto io, (non ricordo a chi) mi hanno risposto "no, no si rischia di inventare in questo modo".

    Invece no, funziona (con il passaggio 3, certo).



    In certi casi, anche l'invenzione e l'adattamento hanno il loro posto nella traduzione, almeno, se accettiamo le implicazioni di teorie quali la Skopostheorie di Reiss e Vermeer, che trovo utilissima soprattutto nell'ambito della traduzione commerciale.

    [Edited at 2011-01-07 23:24 GMT]


     
    Pierluigi Bernardini
    Pierluigi Bernardini  Identity Verified
    Italy
    Local time: 19:05
    Member (2011)
    English to Italian
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    l'abbandono dell'originale Jan 8, 2011

    Prof. Angie G. wrote:

    Riccardo Schiaffino wrote:
  • Una volta completata la bozza di traduzione, chiudere il testo sorgente, e concentrarsi solo sul testo di destinazione: a questo punto guarda la tua traduzione esclusivamente come testo italiano, cambiandolo dove necessario per renderlo più agile, scorrevole e leggibile, e, soprattutto, facendo in modo che non "sappia di tradotto"


  • L'ultima volta che l'ho detto io, (non ricordo a chi) mi hanno risposto "no, no si rischia di inventare in questo modo".

    Invece no, funziona (con il passaggio 3, certo).



    [Edited at 2011-01-07 18:43 GMT]



    Ognuno segue il suo metodo, io ad esempio di norma faccio tre stesure del testo e l'ultima è quella solo in italiano in cui revisiono e correggo punteggiature, fluenza, naturalezza, ripetizioni, sinonimi, etc., tutti quegli accorgimenti di rifinitura che sono importantissimi per mantenere un certo livello di qualità e che spesso fanno la differenza.

    Ma la fase solo in italiano lasciando l'originale da parte è d'obbligo sempre, e non si rischia di inventare niente perché oramai il testo originale lo abbiamo in mente. E se vengono dei dubbi andiamo a controllarlo ma se questa fase viene a mancare, il testo rimarrà per sempre invischiato nelle strutture della lingua di partenza e suonerà come già detto "tradotto".

    Per di più in teoria si dovrebbe lasciar riposare il testo un po' e ritornarci a mente più libera (d'altro canto per definizione una traduzione è indeterminata e se facessimo revisioni di un testo in tempi diversi troveremmo sempre qualcosa da modificare) ma poi tocca fare i conti con i tempi che difficilmente permettono molti interventi sul testo, ma questo chiaramente è un altro discorso.


     
    Angie Garbarino
    Angie Garbarino  Identity Verified
    Local time: 19:05
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    Letizia, ma perché Off-Topic? Jan 8, 2011

    A me sembra molto On e anche molto interessante come thread;)

     
    Letizia Ridolfi
    Letizia Ridolfi
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    pensavo ad uno sfogo... Jan 9, 2011

    Prof. Angie G. wrote:


    A me sembra molto On e anche molto interessante come thread;)


    Grazie Angie!
    Ho scritto il thread sull'onda dell'emozione, diciamo così.
    Ho fatto un test di traduzione per un'agenzia della zona e ho letto, proprio poco prima di scrivere qui, lo stesso testo tradotto da una collega più esperta in maniera DECISAMENTE migliore rispetto a quanto non avessi fatto io. E senza contare che ci avevo lavorato sopra ed ero piuttosto soddisfatta del risultato. Prima...

    Ho scritto, quindi, per sfogarmi e per condividere una sensazione che, ho pensato, anche altri avessero provato. L'Off Topic l'ho messo perché non volevo "far perdere tempo" a chi utilizza il forum e i thread per questioni di lavoro, contabilità e info utili.Tutto qui.

    e Riccardo, grazie del consiglio. Proverò a metterlo in pratica... immediatamente, visto che sono alle prese con un nuovo test!!!
    Grazie a tutti
    Le


     
    Mariella Bonelli
    Mariella Bonelli  Identity Verified
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    Grazie dell'osservazione Jan 9, 2011

    Ho provveduto a rendere la discussion on-topic.

     
    eva maria bettin
    eva maria bettin
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    IO non ho mai corretto i miei testi Jan 10, 2011

    ora- data la mia ormai provverbiale incapacità di andare a pescare i commenti dei colleghi vorrei solo puntualizzare una cosa:

    Mai in circa 30 anni ho dato fuori una traduzione riletta e corretta da me. Che senso ha? se l'ho fatta, e mi è parsa buona, con una rilettura mia potrò cambiare qualche virgola, un aggettivo, ma se ho fatto degli errori certamente non me ne accorgo.

    In un do tu des ante-internet con le persone conosciute nell'ambiente ci scambiavamo il fav
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    ora- data la mia ormai provverbiale incapacità di andare a pescare i commenti dei colleghi vorrei solo puntualizzare una cosa:

    Mai in circa 30 anni ho dato fuori una traduzione riletta e corretta da me. Che senso ha? se l'ho fatta, e mi è parsa buona, con una rilettura mia potrò cambiare qualche virgola, un aggettivo, ma se ho fatto degli errori certamente non me ne accorgo.

    In un do tu des ante-internet con le persone conosciute nell'ambiente ci scambiavamo il favore: quello dell'ufficio legale leggeva i testi di sua pertinenza, (in cambio della correzione del compito in ted. di sua figlia) ecc. Rileggere i propri testi non porta ad un miglioramento.
    Tex-Jax mi pare abbia puntato il dito su una questione di accento: se l'asker è abituata a scrivere in quel modo- lei stessa non se ne accorgerà mai che è sbagliato!
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