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Italian to English: Tomba a grotticella di Arnesano e idoletto del corredo General field: Art/Literary Detailed field: Archaeology
Source text - Italian Tomba a grotticella di Arnesano e idoletto del corredo
Il rituale di sepoltura
La struttura delle tombe e il rituale funerario utilizzato sono quelli caratteristici della cultura del Gaudo. Le tombe sono realizzate scavando nel tenero calcare locale un pozzo circolare di accesso; da questo, tramite un varco chiuso in genere da un portello in pietra, si raggiunge la camera sepolcrale, di forma irregolarmente circolare od ellittica. In alcune tombe questa struttura è meglio definita, mentre altre, di minore profondità e grandezza, hanno un pozzo non distinto nettamente dalla cella. Il rituale di sepoltura prevedeva sempre l’inumazione. Il defunto, calato dal pozzo di accesso, veniva deposto nella camera in una posizione che poteva variare, da disteso supino a parzialmente raccolto, forse per la scarsa disponibilità di spazio. Egli era inoltre accompagnato da alcuni vasi e, nel caso degli uomini, anche da alcune armi. E’ verosimile che queste fossero tombe di famiglia, perciò destinate in genere ad accogliere più defunti. Nel caso in cui la tomba fosse già occupata, doveva quindi avere luogo, in forma rituale, lo spostamento dei resti delle precedenti sepolture, che potevano essere accantonate all’interno della stessa camera o forse, in alcuni casi, raccolte in altre tombe dello stesso gruppo familiare, che divenivano così una sorta di ossari. Infine la camera veniva richiusa ed il pozzo nuovamente riempito, forse con la dispersione rituale al suo interno di alcuni vasi frammentati.
I corredi funerari
La ceramica di questa cultura è molto caratteristica. Tra le forme più originali si menzionano le grandi brocche a collo decentrato (askòi), spesso quadrangolari o triangolari alla base, le cosiddette “saliere”, formate da due scodelle riunite da un unico manico a ponticello, e le pissidi con il coperchio che ricordano la forma della capanna.
Di particolare bellezza sono le armi in selce, soprattutto i lunghi e sottili pugnali ricavati con una tecnica di scheggiatura particolarmente complessa. Non mancano infine in queste tombe le prime testimonianze di armi in rame, rappresentate soprattutto da pugnali triangolari, in alcuni casi con codolo. Queste armi, ancora assai rare e preziose, dovevano rappresentare perciò la particolare importanza sociale del defunto.
Nella Puglia centrale sono documentati numerosi siti in grotte ed ipogei artificiali dove venivano praticati riti cultuali e funerari; deposizioni collettive sono documentate nel livello VII di Cala Colombo (2860±180 a.C.) e in una tomba in cista megalitica di Madonna delle Grazie a Rutigliano. Nella necropoli di Masseria Bellavista le tombe sono a fossa e in qualche caso rivestite di lastre di pietra; i defunti, ricoperti di ocra, erano deposti in posizione rannicchiata e con un corredo di vasellame.
Nel 1968, durante i lavori di scavo per l’apertura di un pozzo nel cortile di una abitazione privata, in contrada Riesci, Via Dante n. 38, fu scoperta in modo fortuito una tomba “a grotticella” artificiale con pozzetto di accesso e lastra di chiusura, risalente al Neolitico finale. Il pozzetto, del diametro di mt. 1, immetteva in una cella di forma ellittica dalle dimensioni di circa 1,50 mt. X 1,20 mt., per un’altezza di mt. 1,10 circa. All’interno, venne rinvenuto il defunto, un individuo adulto in posizione rannicchiata e con corredo di 3 vasi tipo Diana e un “idoletto” in pietra calcarea con volto schematico a T. I numerosi ritrovamenti di utensili in selce di epoca preistorica, aggiunti a quelli recenti degli ultimi vent’anni (tra i quali alcune lamelle in ossidiana, la cui provenienza indica contatti e scambi con siti di altre regioni), fanno pensare all’esistenza di un Villaggio Neolitico e di un’officina litica locale. Nei dintorni è stata altresì recuperata una cospicua quantità di terracotta, di diverso spessore e colore, con frammenti incisi e impressi.
Numerosi sono inoltre i rinvenimenti, nel territorio di Arnesano (Contrada Riesci, Contrada Li Tufi) di schegge e lame di selce lavorate, che lasciano ipotizzare, in sincronia con la tomba a grotticella suddetta, l’esistenza di un insediamento di notevole importanza durante il Neolitico (VI – IV millennio a.C.).
Translation - English CAVED – GRAVE IN ARNESANO AND “IDOLETTO” (SMALL LIMESTONE WOMAN-SHAPED STATUE WITH THE HEAD OF A BURROWING OWL) AND FUNERAL EQUIPMENT
The burial ritual
The graves’ structure and the burial ritual were typical of the Gaudo culture. The graves were obtained by digging a circular access well into the soft limestone; through a passage generally closed by a stone door, they reached the grave chamber, irregularly circular or elliptic-shaped. In some graves the structure was better defined, in some other, less deep and wide, the well was not clearly separate from the cell. The burial ritual always implied inhumation. The deceased, lowered through the access well, was put in the chamber in such a position that could vary: he could be flat supine or half huddled, maybe for lack of room.
In the grave there were also some vases and if the deceased was a man, there were some weapons. It’s likely that they were family graves, so they were designed to accommodate more deceased.
If the grave was already occupied it was necessary the displacement of the remains of the previous burials which took place in a ritual form. The remains could be put aside, inside the same chamber or maybe accommodated in other graves of the same family group; so they became a sort of charnel house. At last the chamber was closed and the well filled up again.
The funeral equipment
The ceramics of that culture was very characteristic. Among the most original shapes we found the big pitchers with a decentralized neck (“askoi”), often quadrangular or triangular at the base, the so called “saltcellars” formed by two bowls assembled by an only bridged-handle and the “pissidi” (vase containing wafers) suggesting a hut shape.
Of particular beauty were the flint weapons mainly the long and thin daggers obtained by a particularly complex chipping technique. In short in the graves there were the first marks of copper weapons above all represented by triangular daggers sometimes provided with hilt. Those weapons still rather rare and precious had to represent the special social importance of the deceased.
In the centre of Apulia there were many artificial caves and hypogeum where they celebrated cultural and burial rites; common statements were documented in the VII level by Cala Colombo (2860±180 B.C.) and in a grave dug into a megalithic hole (“cista”) of Madonna delle Grazie Church in Rutigliano. In the necropolis of Masseria Bellavista, graves were pit-shaped and sometimes covered with stone slabs; the deceased, covered with “ematite” (an iron oxide), were placed in a huddled position and with crockery equipment.
In 1968 during the activities of digging for the opening of a well in the courtyard of a private dwelling, in the quarter of “Riesci”, via Dante, 38, it was accidentally discovered an artificial caved-grave with an access well and a closure slab dated back to the Last Neolithic. The 1 metre diameter well lead to an elliptic cell whose sizes were 1,50 m. X 1,20 m and 1,10 metre high approximately. Inside they found the deceased, a huddled up adult person; next to him there were three Diana vases genre and a limestone “idoletto” with a T-face shaped just outlined. The numerous findings of prehistoric flint tools in addition to the recent ones during the last 20 years (for example some “ossidiana” thin plates – a black volcanic rock – whose origin showed contacts and trade with sites from other regions) suggested the presence of a Neolithic Village and a local litchis workshop. In the surroundings, a remarkable quantity of “terracotta” was also recovered; it was of different thickness and colour with carved and engraved fragments.
Moreover in the country of Arnesano (in the quarter of Riesci, “LI TUFI”) they found a large number of chips and blades of carved flint which hypothesized in conjunction with the above mentioned caved-grave, the existence of a settlement of particular importance during the Neolithic Age (VI – IV millennium B.C.).
