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diventare traduttore senza laurea
Thread poster: arual82
Vania Dionisi
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Vabbè Angiolé, Dec 6, 2007

Angioletta Garbarino wrote:

Un spazio per centinaia di migliaia di comunità africanI



qua spari sulla croce rossa...
sei sicura fosse madrelingua??


 
Angie Garbarino
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Si, madrelingua Dec 6, 2007

Vania Dionisi wrote:

Angioletta Garbarino wrote:

Un spazio per centinaia di migliaia di comunità africanI



qua spari sulla croce rossa...
sei sicura fosse madrelingua??


Ne sono certissima con profilo qui a proz


 
Emanuela Clodomiro
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Caro Gianfranco... Dec 6, 2007

... il mio sicuramente non è un attacco rivolto a te o ai colleghi di Proz, ma mi spieghi allora che senso ha studiare da traduttore? A questo punto penso nessuno. Ripeto, chiudiamo allora questo corso di laurea che non serve a niente.

Mi citi il caso dei colleghi interpreti. E' vero anche io conosco una persona che non ha un titolo in interpretariato e che è capacissima di tradurre, ma non sono tante le persone in grado di farlo.

E' anche vero che è necessaria un'
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... il mio sicuramente non è un attacco rivolto a te o ai colleghi di Proz, ma mi spieghi allora che senso ha studiare da traduttore? A questo punto penso nessuno. Ripeto, chiudiamo allora questo corso di laurea che non serve a niente.

Mi citi il caso dei colleghi interpreti. E' vero anche io conosco una persona che non ha un titolo in interpretariato e che è capacissima di tradurre, ma non sono tante le persone in grado di farlo.

E' anche vero che è necessaria un'attitudine personale. Alcuni colleghi del mio corso di studi, ad esempio, non sono in grado o non se la sentono di affrontare convegni. Non a caso si dice che un interprete può essere anche traduttore ma il traduttore non interprete. Questo non significa che interpreti e traduttori con laurea specifica siano esenti dal fare errori. Io sono la prima a mettermi in discussione proprio perché so quanto è difficile fare questo lavoro e mi irritano quelli che mi dicono “si vabbè è facile, stai seduta e traduci, che ci vuole, conosco le lingue”

Forse sarò esagerata io ma il "note-taking" nella consecutiva o un "backtracking" nella simultanea non mi sembrano cose semplicissime che qualunque linguista può fare.

Sono d’accordo sul fatto che un traduttore debba avere una solida cultura alle spalle ma, a volte, non penso che basti solo quella.
Se davvero si parla solo di cultura allora vuol dire che da domani prenderò i libri di farmacologia, anatomia, ecc. di mia madre e diventerò una farmacista. Ma il punto è… mi faranno lavorare in farmacia? Non penso proprio.

Ecco quello che mi dà fastidio. Avessi saputo 10 anni fa che non era necessaria una formazione strettamente da traduttore mi sarei laureata in qualcos'altro e me ne sarei andata all'estero ad imparare le lingue. Forse mi sarei risparmiata fatica, delusioni, lotte con i clienti e, soprattutto, mi sarei risparmiata la faccia da ebete di certa gente che non capisce cosa faccio e che pensa che sarebbe stato meglio che mi fossi laureata in lingue.
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Valentina_D
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anche per la consecutiva Dec 6, 2007

Intervengo solo per dire che anche l'interpretazione di consecutiva è una tecnica molto particolare che, in assenza di un'adeguata preparazione, difficilmente può sfociare in una prestazione professionale. Non si tratta di tradurre al termine di ogni frase dell'oratore (come avviene nella trattativa, dove forse non serve una tecnica 'particolare' ma una serie di abilità di tipo relazionale, diciamo, altrettanto importanti e che vengono anch'esse insegnate nelle scuole interpreti) ma spesso di... See more
Intervengo solo per dire che anche l'interpretazione di consecutiva è una tecnica molto particolare che, in assenza di un'adeguata preparazione, difficilmente può sfociare in una prestazione professionale. Non si tratta di tradurre al termine di ogni frase dell'oratore (come avviene nella trattativa, dove forse non serve una tecnica 'particolare' ma una serie di abilità di tipo relazionale, diciamo, altrettanto importanti e che vengono anch'esse insegnate nelle scuole interpreti) ma spesso di dover tradurre brani di mezz'ora o più di discorso, dove non basta fare un semplice riassunto, ma è necessario rendere in modo fedele ciò che è stato detto tramite una speciale tecnica di presa di appunti (che *non* è stenografia), in grado di farti memorizzare il contenuto e la struttura del testo e permettendoti di ricordare anche dettagli minimi (uso di un certo aggettivo, ad esempio) senza dover scriverli (anzi, meno scrivi, più ricordi!). La resa deve essere fluida, senza ehm vari o pause, senza grattarsi la testa, lisciarsi i capelli o cose del genere. Insomma, dietro c'è anche molto lavoro di public speaking, gestione della tensione, lavoro di concentrazione, capacità di stare davanti ad un pubblico senza che tremi la voce ecc. Insomma, una serie di abilità che comportano ore e ore di tirocinio pratico nelle apposite (e qui pare tanto vituperate) scuole interpreti.
Infine, per far capire che la consecutiva non è meno complessa della simultanea, anzi (infatti è persino pagata di più della sim), c'è da dire che molti interpreti bravissimi in cabina non lo sono altrettanto in consecutiva.

Vorrei dire infine che non so quali scuole abbiano frequentato le persone che voi citate fare questi errori madornali, in quella che ho frequentato io, errori come questi non sarebbero stati minimamente tollerati e la persona in questione sarebbe stata bocciata, ribocciata e strabocciata all'infinito.


Angioletta Garbarino wrote:

Ho notato molta confusione in questo campo, sento addirittura parlare di lingua target, di madrelingua, quando dovrebbe essere pacifico che nell'interpretariato trattativa e consecutiva bisogna sapersi esprimere attivamente in entrambe le lingue.

Se invece intendi la simultanea allora sono assolutamente d'accordo, qui ci vuole una preparazione specifica.



[Edited at 2007-12-06 09:49]
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Angie Garbarino
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Ne sono consapevole Dec 6, 2007

tiny wrote:

Intervengo solo per dire che anche l'interpretazione di consecutiva è una tecnica molto particolare che, in assenza di un'adeguata preparazione, difficilmente può sfociare in una prestazione professionale. Non si tratta di tradurre al termine di ogni frase dell'oratore (come avviene nella trattativa, dove forse non serve una tecnica 'particolare' ma una serie di abilità di tipo relazionale, diciamo, altrettanto importanti e che vengono anch'esse insegnate nelle scuole interpreti) ma spesso di dover tradurre brani di mezz'ora o più di discorso, dove non basta fare un semplice riassunto, ma è necessario rendere in modo fedele ciò che è stato detto tramite una speciale tecnica di presa di appunti (che *non* è stenografia), in grado di farti memorizzare il contenuto e la struttura del testo e permettendoti di ricordare anche dettagli minimi (uso di un certo aggettivo, ad esempio) senza dover scriverli (anzi, meno scrivi, più ricordi!). La resa deve essere fluida, senza ehm vari o pause, senza grattarsi la testa, lisciarsi i capelli o cose del genere. Insomma, dietro c'è anche molto lavoro di public speaking, gestione della tensione, lavoro di concentrazione, capacità di stare davanti ad un pubblico senza che tremi la voce ecc. Insomma, una serie di abilità che comportano ore e ore di tirocinio pratico nelle apposite (e qui pare tanto vituperate) scuole interpreti.
Infine, per far capire che la consecutiva non è meno complessa della simultanea, anzi (infatti è persino pagata di più della sim), c'è da dire che molti interpreti bravissimi in cabina non lo sono altrettanto in consecutiva


Conosco questa tecnica per esperienza diretta.

Vorrei dire infine che non so quali scuole abbiano frequentato le persone che voi citate fare questi errori madornali, in quella che ho frequentato io, errori come questi non sarebbero stati minimamente tollerati e la persona in questione sarebbe stata bocciata, ribocciata e strabocciata all'infinito


Dove si è laureata non te lo saprei dire, certo è che hai ragione quando dici che questa persona avrebbe dovuto essere bocciata all'infinito, a quanto pare così non è stato.


 
Luca Ruella
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Solito discorso Dec 6, 2007


non vedo che cosa c'entri con l'essere diplomati alla scuola interpreti... sono persuasa (prove alla mano) che diverse persone che escono dal corso di laurea appropriato commettono errori imperdonabili di italiano, di comprensione della lingua source o di terminologia specifica, esattamente come li possono commettere persone laureate in lingue o altro. Come ho già detto altre volte, ritengo che i diplomi formali servano in realtà a poco e nulla (NULLA) può sostituire esperienza e talento.


Ciao Vania,

Questo tipo di ragionamento si può fare nei campi più disparati. "Conosco pitbull dolcissimi e cocker feroci", oppure "conosco istruttori ISEF con la pancia e impiegati del catasto alla schwarzenegger" o ancora "conosco uomini senza peli e donne con i baffi"))

Questo però non cambia il fatto che per fare la guardia, in generale, rimanga meglio il pitbull del cocker, che come personal trainer in generale siano meglio i diplomati isef dei bancari e che le lamette da barba siano più vendute tra gli uomini che tra le donne))

Nessuno ha mai sostenuto che con il diploma... ZAK! Sei automaticamente un professionista impeccabile mentre senza non sei nessuno. Semplicemente, per essere un traduttore, in generale, sarebbe preferibile essere diplomato come tale. Cosa c'è di male?

Ci sono anche odontotecnici o dentisti che non hanno mai conseguito la laurea ma che magari lavorano con successo da decenni come dentisti e hanno schiere di clienti affezionati. Questo vuol forse dire che la laurea è inutile?

Altrimenti, come dice giustamente Emanuela, tanto vale chiudere qualsiasi tipo di scuola, perché tanto avere una laurea in qualsiasi tipo di disciplina "serve a poco o a nulla" e ci sarebbe sempre qualcuno che può dire "conosco [inserire qualsiasi professione] laureati che fanno errori così gravi che neanche un principiante farebbe" e via dicendo... e saremmo tutti autodidatti, chi è bravo è bravo, chi non lo è ciccia.

Io ho fatto la scuola traduttori e non penso non sia servita a nulla. Se fossi particolarmente permaloso potrei anche offendermi quando mi viene detto che il diploma che ho conseguito con tanta fatica "è inutile". Certo, non è una scuola perfetta, se fossi ministro dell'educazione cambierei molte cose, ma comunque fornisce sempre una freccia in più al tuo arco rispetto a chi conosce l'inglese anche molto bene ma non ha acquisito formalmente questa specializzazione e dovrebbe rimanere il percorso di default per chi vuole fare il traduttore.

Poi c'è chi ha 12 anni ha già conseguito la laurea di harvard! Beato lui e tanto di cappello, ma il percorso standard non è quello.



[Edited at 2007-12-06 10:51]

[Edited at 2007-12-06 11:15]


 
Laura Gentili
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Preparazione nella lingua di destinazione Dec 6, 2007

Emanuela Clodomiro wrote:
Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?


Emanuela, si scrive "ingegnere" e "ingegneria".

Laura


 
Emanuela Clodomiro
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Sorry my dear! Dec 6, 2007

Laura Gentili wrote:

Emanuela Clodomiro wrote:
Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?


Emanuela, si scrive "ingegnere" e "ingegneria".

Laura



L'ho detto che sono io la prima a sbagliare

P.s capisco l'errore ma neanche avessi scritto "io ho andato".....

[Edited at 2007-12-06 17:51]

[Edited at 2007-12-06 17:51]


 
Vania Dionisi
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Dissento Dec 6, 2007

Luca Ruella wrote:


Questo però non cambia il fatto che per fare la guardia, in generale, rimanga meglio il pitbull del cocker, ... che le lamette da barba siano più vendute tra gli uomini che tra le donne))



Ti assicuro che la villa di certi miei vicini di casa, guardata a vista da 5/6 gremlins taglia "toy", è *inattaccabile* (e il mio Ciro -vedi foto, orgoglio di mamma- ha anche contribuito ad ampliare l'allegra famigliola); per le lamette da barba non sarei così implacabilmente sicura...

ok, basta celiare,

ripeto, non sono d'accordo nel paragonare questa professione ad altre, proprio per la sua peculiarità.
Le scuole interpreti non vanno chiuse, se all'epoca mia ce ne fossero state di non private in città non troppo distanti avrei probabilmente studiato lì (per ragioni economiche non potevo andarmene in città universitarie troppo care/lontane e ancor meno potevo pensare a un istituto a pagamento). Offrono sicuramente una preparazione specifica, senza tuttavia garantire la qualità, così come qualsiasi altro titolo di studio, proprio come dici tu.
Non mi scaglio contro di esse, solo mi irrita l'atteggiamento di talune persone che pensano di poter dissimulare deficienze evidenti con il pezzo di carta. O che si scagliano contro chiunque eserciti sta benedetta professione con formazione diciamo da autodidatta, automaticamente ritenendosi superiore proprio in virtù del pezzo di carta. Questo sì, mi irrita. Luca non rispondere, so che tu non lo pensi, l'ho già letto altrove

baci a tutti, non c'è acredine nelle mie parole


 
Valentina_D
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discorso generale Dec 6, 2007

[quote]Angioletta Garbarino wrote:

Conosco questa tecnica per esperienza diretta.

[quote]

Stavo facendo un discorso in generale e non mi riferivo a te o ad altri in particolare.
Di norma, una persona, anche con conoscenza ottima di due lingue o persino bilingue, ma senza un training specifico in consecutiva (e simultanea), 'sbattuto' per la prima volta a fare consecutiva davanti ad un pubblico, rischierebbe un'esperienza imbarazzante.
È ovvio che, come per altre discipline, ci può essere sempre l'eccezione.


 
smarinella
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avere la laurea e/o essere una persona colta? Dec 6, 2007

Due parole, in breve, perché vedo che sono tanti i giovani che si iscrivono a proz e altrettanti quelli che, conoscendo 1 o + lingue per motivi familiari, di lavoro di viaggio o che so io credono di poter diventare traduttori. Comprensibile, peraltro, in un momento in cui è difficile trovare uno straccio di lavoro qualsiasi...

Anche il problema se avere o una laurea, aprire a tutti o no, conoscere o no i contenuti di quel che si traduce, saper scrivere o no in italiano/nella lingu
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Due parole, in breve, perché vedo che sono tanti i giovani che si iscrivono a proz e altrettanti quelli che, conoscendo 1 o + lingue per motivi familiari, di lavoro di viaggio o che so io credono di poter diventare traduttori. Comprensibile, peraltro, in un momento in cui è difficile trovare uno straccio di lavoro qualsiasi...

Anche il problema se avere o una laurea, aprire a tutti o no, conoscere o no i contenuti di quel che si traduce, saper scrivere o no in italiano/nella lingua di arrivo, sono stati spesso dibattuti. Non sempre, forse, con la chiarezza che magari i giovani vorrebbero dai... meno giovani.

Beh, io ritengo avere una laurea non è strettamente necessario quanto lo è essere una persona colta. Un tempo le due cose coincidevano, ora (purtroppo) non più.

Anche avere capacità di scrittura nella propria lingua fino a vent'anni fa era ovvio anche solo per chi aveva la maturità ora non lo è - ahimé ahimé - neanche per chi ha una o + lauree.

Per diventare traduttori bisogna essere persone colte e saper scrivere.
Vuoi tradurrre Joyce o Maritain? Beh, devi saper scrivere quasi come loro.

Vuoi tradurre un comunicato stampa o un testo di marketing? Beh, non solo non devi fare errori di ortografia e grammatica ma devi avere capacità stilistiche di primissimo ordine. Un talento che, come per tutti i talenti, primo si deve avere di natura secondo si deve (voler/saper) affinare per tutta la vita.

Devi tradurre un testo di fisica quantistica, di ingegneria aerospaziale, di fondi di investimento, di neurologia o solo le istruzioni di una lavatrice? Devi possedere i contenuti di quanto traduci, contenuti/competenze/conoscenze che non si acquisiscono certo con una laurea triennale all'Istituto Interpreti. Perciò, in settori come medicina, economia, ingegneria i traduttori sono spesso essi stessi o medici o economisti o ingegneri. Se per caso non lo sono di mestiere, ne devono sapere altrettanto.

Il discorso è forse un po' duro, io stessa combatto con tre figli che vorrebbero fare questo e quello e che, appena vedono che devono rimboccarsi le maniche e che c'è da 'faticare', si ritirano immediatamente.

Il traduttore è uno dei 'mestieri', purtroppo, in cui il guadagno è sempre incerto, lo studio a monte è tantissimo, la formazione ultraventennale (altro che la sola laurea...) e le prospettive scarse, almeno per i nuovi che si riversano con poche competenze in un mercato supersaturo.
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transparx
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che brutto vizio... Dec 6, 2007

Laura Gentili wrote:

Emanuela Clodomiro wrote:
Perchè un avvocato ha bisogno della laurea in legge, un medico in medicina ed un ingeniere in ingenieria e, invece, tutti possono fare i traduttori?


Emanuela, si scrive "ingegnere" e "ingegneria".

Laura


... quello di correggere gli altri in pubblico.

In un mondo ideale verresti punita...


 
Emanuela Clodomiro
Emanuela Clodomiro  Identity Verified
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Non si tratta di superiorità Dec 6, 2007

Non mi scaglio contro di esse, solo mi irrita l'atteggiamento di talune persone che pensano di poter dissimulare deficienze evidenti con il pezzo di carta. O che si scagliano contro chiunque eserciti sta benedetta professione con formazione diciamo da autodidatta, automaticamente ritenendosi superiore proprio in virtù del pezzo di carta. Questo sì, mi irrita. Luca non rispondere, so che tu non lo pensi, l'ho già letto altrove ... See more
Non mi scaglio contro di esse, solo mi irrita l'atteggiamento di talune persone che pensano di poter dissimulare deficienze evidenti con il pezzo di carta. O che si scagliano contro chiunque eserciti sta benedetta professione con formazione diciamo da autodidatta, automaticamente ritenendosi superiore proprio in virtù del pezzo di carta. Questo sì, mi irrita. Luca non rispondere, so che tu non lo pensi, l'ho già letto altrove


[/quote]

Vania, ti posso assicurare che gli interventi non sono volti a denigrare ed offendere nessuno. Si sa che ci sono moltissimi traduttori bravissimi che non hanno laurea.

Più volte ho detto che io sono la prima che si autocritica all'infinito.
Quello che penso è che non c'è rispetto per questa professione.
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Luca Ruella
Luca Ruella  Identity Verified
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superiorità Dec 6, 2007

Vania Dionisi wrote:
ripeto, non sono d'accordo nel paragonare questa professione ad altre, proprio per la sua peculiarità.


proprio in attesa di questa obiezione ho corretto il testo con [inserire professione qualsiasi]


Offrono sicuramente una preparazione specifica, senza tuttavia garantire la qualità, così come qualsiasi altro titolo di studio, proprio come dici tu.


Mi fa piacere che siamo d'accordo
Smettiamola quindi di dire che sono inutili e non significano niente


Non mi scaglio contro di esse, solo mi irrita l'atteggiamento di talune persone che pensano di poter dissimulare deficienze evidenti con il pezzo di carta.


sinceramente non penso che ci sia atteggiamento di superiorità dai partecipanti al forum, anche se ovviamente in un forum è sempre facile fraintendere il tono dello scrivente (io stesso sono stato ripreso un paio di volte per messaggi che potevano essere intesi in malo modo, anche se non era mia intenzione). Forse c'è un po' di esasperazione che traspare tra le righe (e che in quantità diverse probabilmente condividiamo tutti) per i problemi che ci affliggono e di cui probabilmente discuteremo all'infinito


 
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diventare traduttore senza laurea






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