Consiglio di fabbrica
Explanation: Il **consiglio di fabbrica*** (RSU), è composto da una rappresentanza di lavoratori della IMA s.p.a., eletti ogni tre anni da tutti i dipendenti dell' azienda ad eccezione di collaboratori esterni o interinali. E' composto da una ventina di persone, i quali si candidano durante il passaggio elettorale sostenuti dall' organizzazione sindacale di appartenenza. Viene data la possibilità di entrare in RSU anche alle organizzazioni che hanno ricevuto meno consensi, e non hanno avuto candidati i grado di ottenere molti voti, questo per avere una maggiore pluralità di idee durante le discussioni. Il **consiglio di fabbrica** è chiamato a riunirsi per discutere di eventuali scelte strategiche della direzione aziendale, per aiutare i lavoratori nelle relazioni con i propri capi linea o divisione, nella fase di eventuali passaggi di categoria o indennità salariali. Ogni quattro anni è tenuta anche a stipulare con l' azienda una contrattazione interna che va ad integrare il contratto nazionale. ( Tipologia rinnovo contrattuale di secondo livello) . (Nota mia: RSU= Rappresentanza Sindacale Unitaria) digilander.libero.it/fiomima/-13k
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--Work Council | Max-Planck-Institut für Metallforschung | ... - [ Traduci questa pagina ] Works Council. Tasks of the Works Council. The works council safeguards the interests of the employees with respect to collective matters. ... www.mf.mpg.de/en/organisation/betriebsrat_aa.html - 19k
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I Consigli di fabbrica «Il movimento dei Consigli di fabbrica viene dopo, un poco dopo. Viene quando, appena dopo la guerra -già durante la guerra- noi abbiamo una situazione di questo genere: riusciamo a ottenere nel 1916 il riconoscimento delle Commisssioni interne, richiesta vecchia del movimento sindacale, mai accettata. Allora gli industriali avevano bisogno di aumentare la produzione bellica, nelle fabbriche era l\'agitazione continua, gli scioperi. Scioperi continuamente. Allora la parte militare premeva per avere un aumento della produzione bellica. Badate che gli industriali torinesi, tinti da liberali finché volete, erano reazionari, come lo sono ancor oggi. La Fiat ha un po\' di queste origini, no? Ora da queste situazioni qui noi andiamo avanti e abbiamo le commissioni interne. Uno scambio di trattativa tra il sindacato, il patronato e l\'autorità militare -che c\'era il comando militare durante la guerra- dice: beh, insomma, qui bisogna andare incontro alle esigenze degli operai. Noi avevamo delle ore straordinarie: si sapeva quando si entrava in fabbrica e non si sapeva quando si usciva. Il fatto delle Commissioni interne è un problema complesso, era l\'esigenza della classe operaia nella fabbrica di avere una sua rappresentanza. Non l\'autorità una sola, quella del padrone, ma anche la rappresentanza operaia. Alla fine della guerra viene l\'allargamento delle commissioni interne. Mentre le Commissioni interne prima erano ristrette, con poteri molto ridotti, si comincia ad avere e chiedere maggiori diritti, maggiore autorità, maggiore riconoscimento per le Commissioni interne. Di lì si arriva al Consiglio di fabbrica. Il problema del consiglio di fabbrica è il problema della classe operaia che non accettava più il solo dominio del padrone. Era un problema di fondo di classe, di conquista sociale. Cioè la conquista della classe operaia. In fondo, va beh, oggi si scandalizzano tutti, ma voleva dire porre il problema che la classe operaia doveva andare al potere, doveva conquistare il potere o avere il riconoscimento nel potere, non essere sempre soggiogata al padrone. Tutto il contenuto dei consigli di fabbrica, la forza politica di mobilitazione del consiglio di fabbrica era qui. Questo potere cominciava col controllo della produzione. Controllo operaio voleva dire che il padrone non era più solo il padrone. L\'autorità era divisa in due: la rappresentanza operaia e la rappresentanza del padrone. Cioè il padrone non poteva più fare alto basso, organizzare la sua produzione, ecc., ma che poteva farlo solo con la collaborazione degli operai, con la collaborazione della rappresentanza dei consigli di fabbrica. Questo non voleva dire cogestione; era una conquista, perché voleva dire che il padrone era, se non proprio liquidato, ma quasi...». www.ilbolerodiravel.org/kattivi_maestri/santhia.htm-21k
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