Grazie per il suggerimento, Katja. In realtà dopo ulteriori ricerche sono giunta alla conclusione che la soluzione più corretta sia"allevamento a controspalliera". Mi è stato particolarmente utile un testo dell'Università degli studi di Padova (link:
http://tesi.cab.unipd.it/44214/1/Borsato_Eros.pdf) che afferma:
"Le principali forme che la vite può assumere hanno caratteristiche bidimensionali e tridimensionali. Le prime sono definite in volume mentre le seconde a parete verticale (controspalliera) o a tetto (tendone, pergole e raggi)." Segue una spiegazione delle principali forme di allevamento bidimensionali.
Quanto alla differenza tra "a spalliera" e "a controspalliera", mi è stata utile la spiegazione dell'Enciclopedia Treccani:
CONTROSPALLIERA. - In frutticultura, per sostenere le piante allevate secondo determinate forme (cordoni, candelabri, palmette, ventagli) si ricorre talvolta a muri sui quali si stendono in numero vario dei fili di ferro, oltre a canne, regoli di legno, ecc. Si hanno in questo caso le spalliere propriamente dette. Quando invece non ci si può servire di muri, ma si debbono costruire delle spalliere libere, si hanno le cosiddette controspalliere.